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Rubrica Farmaci & Anziani
Cadute da farmaci
Focus Farmacovigilanza 2013;77(7):6
Le cadute rappresentano un comune e complesso quadro di patologia
geriatrica.1 Circa il 30% degli anziani che vivono in comunità
cade almeno una volta all’anno, metà di essi va incontro
a cadute ripetute.1-2 La percentuale è maggiore nelle fasce
di età più avanzate e nei soggetti istituzionalizzati.3 Le cadute e
le loro complicanze sono una delle principali cause di morte negli
anziani, inoltre possono portare a declino funzionale, ospedalizzazione,
istituzionalizzazione e a elevati costi sanitari.3-4
L’individuazione e la correzione dei fattori di rischio è in grado di ridurre significativamente il rischio futuro di cadute.3 Nonostante questa evidenza, la prevenzione delle cadute è stata pochissimo utilizzata nella pratica clinica.5
Il rischio di caduta è multifattoriale, legato a fattori intrinseci ed estrinseci all’anziano.1
Molti farmaci d’uso comune sono significativamente correlati alle cadute nei pazienti anziani essendo uno dei più importanti fattori di rischio estrinseci.1-5
Le proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche dei farmaci cambiano con l’invecchiamento.4 Nell’anziano vi è un incremento della massa grassa totale con aumento dell’emivita dei farmaci lipofili; negli anziani fragili e malnutriti l’albumina sierica è spesso ridotta con aumento della frazione libera dei farmaci; vi sono inoltre alterazioni della funzionalità epatica e renale che possono alterare l’azione dei farmaci. Tutti questi fattori, associati alla comorbilità, alla polifarmacoterapia e all’aumento delle prescrizioni inappropriate rendono l’anziano più soggetto alle reazioni avverse da farmaci, quali le cadute.4
Numerosi studi hanno valutato l’associazione tra specifici farmaci e classi di farmaci e la probabilità di cadute. Nel 1999 è stata pubblicata un’ampia metanalisi di studi condotti tra il 1966 e il 1996.6 Da allora alcuni studi sono stati pubblicati al fine di aggiornare questi dati iniziali. L’acronimo FRID (Fall Risk Increasing Drugs) è stato usato per la prima volta da Van der Velde per identificare una lista di farmaci associati al rischio di caduta.7 I FRID più comunemente prescritti sono farmaci per le malattie cardiovascolari, benzodiazepine, antidepressivi, antiepilettici, antipsicotici, antiparkinsoniani e oppioidi (vedi Tabella 1).8 Ad aprile 2013 è stata pubblicata una revisione sistematica,8 che identifica 156 fattori di rischio associati alle cadute nei pazienti di età superiore ai 60 anni: 13 sono fattori estrinseci, 32 fattori iatrogeni, 57 fattori legati alla storia clinica, 29 fattori relativi alle caratteristiche fisiche del paziente e infine 25 fattori legati alle caratteristiche socio-demografiche. La tabella 1 mostra i rapporti di rischio (odds ratio) per i fattori iatrogeni.8
Indubbiamente per ridurre il rischio di cadute nell’anziano si deve agire su più fronti, ma è indispensabile ricordare che i farmaci sono uno dei fattori di rischio maggiormente modificabili per prevenire le cadute e le lesioni conseguenti.5,9 Già nel 1994 uno studio aveva rilevato che ridurre il numero di farmaci a 4 o meno è una delle strategie principali per ridurre il rischio di cadute negli anziani che vivono in comunità.10
Per quanto riguarda le prescrizioni inappropriate, molto frequenti nell’anziano,11 è interessante notare che due dei principali strumenti di screening, i criteri di Beers e gli STOPP and START, hanno dedicato una sezione speciale ai farmaci che possono essere implicati nelle cadute, consigliando di valutare attentamente la sospensione di questi farmaci.12,13
L’individuazione e la correzione dei fattori di rischio è in grado di ridurre significativamente il rischio futuro di cadute.3 Nonostante questa evidenza, la prevenzione delle cadute è stata pochissimo utilizzata nella pratica clinica.5
Il rischio di caduta è multifattoriale, legato a fattori intrinseci ed estrinseci all’anziano.1
Molti farmaci d’uso comune sono significativamente correlati alle cadute nei pazienti anziani essendo uno dei più importanti fattori di rischio estrinseci.1-5
Le proprietà farmacocinetiche e farmacodinamiche dei farmaci cambiano con l’invecchiamento.4 Nell’anziano vi è un incremento della massa grassa totale con aumento dell’emivita dei farmaci lipofili; negli anziani fragili e malnutriti l’albumina sierica è spesso ridotta con aumento della frazione libera dei farmaci; vi sono inoltre alterazioni della funzionalità epatica e renale che possono alterare l’azione dei farmaci. Tutti questi fattori, associati alla comorbilità, alla polifarmacoterapia e all’aumento delle prescrizioni inappropriate rendono l’anziano più soggetto alle reazioni avverse da farmaci, quali le cadute.4
Numerosi studi hanno valutato l’associazione tra specifici farmaci e classi di farmaci e la probabilità di cadute. Nel 1999 è stata pubblicata un’ampia metanalisi di studi condotti tra il 1966 e il 1996.6 Da allora alcuni studi sono stati pubblicati al fine di aggiornare questi dati iniziali. L’acronimo FRID (Fall Risk Increasing Drugs) è stato usato per la prima volta da Van der Velde per identificare una lista di farmaci associati al rischio di caduta.7 I FRID più comunemente prescritti sono farmaci per le malattie cardiovascolari, benzodiazepine, antidepressivi, antiepilettici, antipsicotici, antiparkinsoniani e oppioidi (vedi Tabella 1).8 Ad aprile 2013 è stata pubblicata una revisione sistematica,8 che identifica 156 fattori di rischio associati alle cadute nei pazienti di età superiore ai 60 anni: 13 sono fattori estrinseci, 32 fattori iatrogeni, 57 fattori legati alla storia clinica, 29 fattori relativi alle caratteristiche fisiche del paziente e infine 25 fattori legati alle caratteristiche socio-demografiche. La tabella 1 mostra i rapporti di rischio (odds ratio) per i fattori iatrogeni.8
Indubbiamente per ridurre il rischio di cadute nell’anziano si deve agire su più fronti, ma è indispensabile ricordare che i farmaci sono uno dei fattori di rischio maggiormente modificabili per prevenire le cadute e le lesioni conseguenti.5,9 Già nel 1994 uno studio aveva rilevato che ridurre il numero di farmaci a 4 o meno è una delle strategie principali per ridurre il rischio di cadute negli anziani che vivono in comunità.10
Per quanto riguarda le prescrizioni inappropriate, molto frequenti nell’anziano,11 è interessante notare che due dei principali strumenti di screening, i criteri di Beers e gli STOPP and START, hanno dedicato una sezione speciale ai farmaci che possono essere implicati nelle cadute, consigliando di valutare attentamente la sospensione di questi farmaci.12,13
Fattori di rischio iatrogeno per cadute | Odds ratio (limiti di confidenza al 95%) |
---|---|
Consumo di farmaci (sì/no) | 4,24 (3,06-5,88) |
Lassativi | 2,03 (1,52-2,72) |
Farmaci psicotropi | 1,74 (1,56-1,95) |
Polifarmacoterapia | 1,71 (1,50-1,96) |
Benzodiazepine | 1,61 (1,35-1,93) |
Antidepressivi | 1,59 (1,43-1,75) |
Antiepilettici | 1,56 (1,28-1,90) |
Antiparkinsoniani | 1,55 (1,21-1,97) |
Ipnotici | 1,53 (1,40-1,68) |
Digossina (glicosidi digitalici) | 1,48 (1,11-1,99) |
Narcotici | 1,43 (1,27-1,61) |
Tranquillanti | 1,42 (1,21-1,67) |
Farmaci metabolici ed endocrini | 1,39 (1,20-1,62) |
Antipsicotici | 1,37 (1,16-1,61) |
Analgesici | 1,33 (1,07-1,65) |
Antinfiammatori | 1,25 (1,11-1,42) |
ACE inibitori | 1,21 (1,15-1,28) |
Vasodilatatori | 1,12 (1,04-1,21) |
Antipertensivi | 1,10 (1,05-1,16) |
Bibliografia:
- Med Clin N Am 2006;90:8-824. CDI NS
- N Engl J Med 1988;319:1701-7 CDI NS
- Age Aging 2006;35(s2):ii37-41. CDI NS
- Drugs Aging 2012;29:359-76. CDI NS
- J Gen Intern Med 2006;21:117-22. CDI NS
- J Am Geriatr Soc 1999;47:30-9. CDI NS
- Br J Clin Pharmacol 2007;63:232-7. CDI #nff#
- Geriatr Gerontol Int 2013;13:250-63. CDI #fff#
- Arch Intern Med 2009;169:1952-60. CDI #fff#
- N Engl J Med 1994;331:821-7. CDI NS
- Drugs Aging 2012;29:437-52. CDI NS
- J Am Geriatr Soc 2012;60:616-31. CDI #nnn#
- Int J Pharmacol Therapeut 2008;46:72-83.
Luca Pellizzari1, Ermelinda Viola2
1. III Geriatria, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Verona
2. Servizio di Farmacologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata e Università di Verona