Azitromicina e mortalità nell’anziano
Ci sono prove contrastanti in merito all’aumento del rischio di morte cardiovascolare da azitromicina. In particolare, non erano disponibili informazioni riguardanti questo rischio in soggetti anziani affetti da polmonite e trattati con il farmaco.
Ora uno studio di coorte ha valutato il rischio di morte per tutte le cause e di morte cardiovascolare (infarto miocardico, insufficienza cardiaca, aritmie cardiache) a 30 e a 90 giorni dal ricovero in pazienti con più di 65 anni d'età affetti da polmonite e trattati con azitromicina rispetto a soggetti non trattati con azitromicina. I dati sono stati estratti dalla banca dati della Veterans Administration.1 Sono stati arruolati pazienti con diagnosi di polmonite, con almeno una dose di antibiotico nelle prime 48 ore di ricovero, trattati con una terapia antimicrobica secondo le linee guida per la polmonite acquisita in comunità.
Lo studio ha riguardato 73.690 pazienti, quasi tutti maschi con un’età media di 77,8 anni. Tra i soggetti arruolati, il 20% è deceduto e il 43,1% ha avuto un evento cardiovascolare entro i 90 giorni dal ricovero. La mortalità a 90 giorni era significativamente inferiore nei trattati con azitromicina rispetto ai controlli non esposti al farmaco (17,4% rispetto a 22,3%, odds ratio 0,73, limiti di confidenza al 95% da 0,70 a 0,76). Ciononostante questi pazienti avevano un aumento del rischio di infarto del miocardio (5,1% rispetto a 4,4%, odds ratio 1,17, limiti di confidenza al 95% da 1,08 a 1,25) ma non di eventi cardiaci di qualunque tipo (43% rispetto a 42,7%, odds ratio 1,01, limiti di confidenza al 95% da 0,98 a 1,05), di aritmia cardiaca (25,8% rispetto a 26,0%, odds ratio 0,99, limiti di confidenza al 95% da 0,95 a 1,02) o di scompenso cardiaco (26,3% rispetto a 26,2%, odds ratio 1,01, limiti di confidenza al 95% da 0,97 a 1,04). Il numero di casi da trattare (NNT) per prevenire un decesso entro 90 giorni con l'azitromicina era di 21, a fronte di un numero di casi da trattare per osservare un infarto miocardico acuto (NNH) di 144, con un bilancio quindi di 7 decessi evitati contro 1 caso di infarto miocardico non fatale indotto.
In conclusione, i pazienti con polmonite trattati con azitromicina rispetto ad altri antibiotici hanno un rischio minore di morte con un piccolo incremento però del rischio di infarto del miocardio non fatale. Nell'anziano il rapporto beneficio rischio dell’azitromicina nel trattamento della polmonite sembra pertanto favorevole.
- JAMA 2014;311:2199-208. CDI