Allopurinolo e ipersensibilità
Il ricorso all’allopurinolo nei pazienti con iperuricemia asintomatica e con malattie renali o cardiovascolari si associa a un rischio aumentato di reazioni di ipersensibilità gravi.
L’allopurinolo viene sempre più utilizzato per la riduzione dell’uricemia in soggetti asintomatici, ma sono state segnalate reazioni di ipersensibilità anche fatali, incluso il rash con eosinofilia e sintomi sistemici, la sindrome di Stevens-Johnson e la nercolisi epidermica tossica.
uno studio condotto sui dati raccolti nel Registro sanitario nazionale di Taiwan tra il 2005 e il 2011 è servito per quantificare il fenomeno.1 Sono stati analizzati oltre 23 milioni di soggetti, selezionando quelli che avevano ricevuto una prescrizione di allopurinolo (1.613.719) e tra questi l’attenzione si è concentrata sui nuovi utilizzatori del farmaco (495.863). Veniva considerata ipersensibilità all’allopurinolo una reazione comparsa entro 3 mesi dalla prima prescrizione.
E’ stato rilevato un tasso di incidenza annuale di 4,68 casi di ipersensibilità al farmaco ogni 1.000 nuovi utilizzatori, di 2,02 casi di ospedalizzazioni legate al farmaco ogni 1.000 nuovi utilizzatori, e di 0,39 casi di morte correlata al farmaco ogni 1.000 nuovi utilizzatori.
I fattori di rischio per l’ipersensibilità erano il sesso femminile, l’età superiore ai 60 anni, un dosaggio quotidiano iniziale superiore ai 100 mg, la presenza di malattie renali o cardiovascolari e l’uso per trattare forme asintomatiche di iperuricemia. Sulla base di questi dati i ricercatori consigliano di usare cautela nella prescrizione dell’allopurinolo nei pazienti con iperuricemia asintomatica e compresente malattia renale o cardiovascolare, visto il rischio di possibili reazioni avverse fatali.
- JAMA Intern Med 2015;DOI:10.1001/ jamainternmed.2015.3536. CDI