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Venerdì, Giugno 21, 2024

Allergia agli antibiotici beta-lattamici e resistenza

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Secondo uno studio di coorte retrospettivo, la presenza di un’allergia documentata agli antibiotici beta-lattamici sembra associarsi a un aumento del rischio di infezioni resistenti agli antibiotici.
Lo studio ha incluso 20.092 pazienti che hanno ricevuto una diagnosi di sepsi, polmonite o infezione del tratto urinario tra il 2007 e il 2008, 4.211 dei quali (21,0%) con un’allergia documentata ai beta-lattamici.
Dallo studio è emerso che la presenza di un’allergia agli antibiotici beta-lattamici non si associava a un aumento della mortalità per tutte le cause (odds ratio - OR 1,02, limiti di confidenza al 95% da 0,96 a 1,09), ma del rischio di sviluppare infezioni resistenti agli antibiotici (OR 1,33, limiti di confidenza al 95% da 1,30 a 1,36 ), in particolare infezioni da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (OR 1,44, limiti di confidenza al 95% da 1,36 a 1,53 ) ed Enterococcus resistente alla vancomicina (OR 1,18, limiti di confidenza al 95% da 1,05 a 1,32).
Alla luce di questi risultati i sistemi sanitari dovrebbero dare priorità a iniziative per massimizzare l’uso di antibiotici di prima linea evitando solo quando strettamente necessario l’utilizzo dei beta-lattamici. Infatti, nonostante le allergie a questi antibiotici non si associno a un aumentato rischio della mortalità a lungo termine, il loro impatto sulle infezioni ospedaliere richiede una gestione attenta e proattiva volta a ridurre il carico di infezioni da parte di microrganismi resistenti.

Gray M, Kellum J, et al. Long-term outcomes associated with β-lactam allergies. JAMA Netw Open 2024; DOI:10.1001/jamanetworkopen.2024.12313.

80.211.154.110